VARICI ARTI INFERIORI

  

definizione

 

Le vene grande e piccola safena fanno parte del sistema venoso superficiale dell’arto inferiore; la grande, o safena interna, ha origine a livello del malleolo mediale, decorre lungo la superficie mediale della gamba e della coscia e si immette nella vena femorale a livello della regione inguinale. La piccola, o safena esterna, decorre dal malleolo laterale alla losanga poplitea per immettersi poi nella vena poplitea.

 

TRATTAMENTO

 

L’intervento chirurgico di stripping prevede la totale asportazione della vena safena malata e non compromette il meccanismo di ritorno al cuore del sangue purchè il sistema venoso profondo risulti indenne. Le collaterali ectasiche saranno asportate con tecnica mini invasiva sec. Muller. In fase preoperatoria è indispensabile l’esecuzione di un esame clinico accurato e di un EcoColorDoppler per lo studio del sistema venoso superficiale e profondo. La metodica richiede il ricovero ospedaliero (Day Hospital o One Day Surgery) e un’anestesia loco-regionale (tronculare o spinale). Durante l’intervento il paziente è adagiato sul lettino operatorio in posizione supina, viene praticata una incisione di circa 3-4 cm a livello inguinale che permette l’isolamento dello sbocco della vena grande safena nella vena femorale e la sua deconnessione dalla femorale stessa (crossectomia safeno-femorale); la vena grande safena viene poi isolata mediante una piccola incisione di circa 1 cm a livello del malleolo mediale o sotto al ginocchio: attraverso questa incisione viene fatta risalire, o scendere, nella vena una sonda, lo stripper, che giunto a livello inguinale viene reso solidale alla vena che viene quindi sfilata dall’alto in basso facendo trazione sullo stripper (stripping). Al termine della procedura viene applicato un bendaggio compressivo (per ridurre l’ematoma postchirurgico) che verrà poi sostituito da una calza elastica (generalmente un monocollant di 1° classe di compressione) che va indossata per almeno 30 giorni dopo l’intervento. Varianti della tecnica di stripping appena descritta sono: lo stripping corto, limitato al tratto di safena dall’inguine fino al di sotto del ginocchio; trova indicazione in caso di reflusso corto o importanti alterazioni distrofiche cutanee a livello della gamba. Comporta una significativa riduzione delle lesioni nervose del nervo safeno; lo stripping invaginante, con ridotto traumatismo tissutale ma maggiore frequenza di ematomi legati alla lacerazione della vena. In questo caso la vena viene sfilata dopo essere stata fissata a un filo guida.

L’intervento di stripping trova indicazione nel trattamento delle varici tronculari della vena grande safena sintomatiche per le quali rappresenta, ad oggi, il trattamento di scelta sia in termini di efficacia che di risultati a lungo termine.

RISCHI

 

La malattia varicosa è una malattia evolutiva e necessita di regolari controlli nel tempo per non trascurare elementi che possano, a distanza, determinare recidive.
 
Le complicanze immediate comprendono:

 
  • Lesioni nervose a carico del nervo safeno che vengono percepite come zone di anestesia cutanea o disestesia (alterazione della sensibilità) che generalmente regrediscono spontaneamente entro 6-12 mesi.
  • Edema linfatico dell’arto, reversibile in poco tempo mediante elastocompressione.
  • Infezioni di ferita.
  • Ematoma postoperatorio pressoché costante, anche se di entità variabile che regredisce senza sequele in un paio di settimane.
  • Inestetismi come cicatrici pigmentate e cheloidi.
  • Eccezionali sono le lesioni arteriose e le trombosi venose profonde.


Possibili effetti indesiderati comprendono:

 
  • Lesioni nervose da irritazione radicolare o da denervazione del nervo safeno (zone di anestesia, iperestesia o disestesia perimalleolare) che tendono spesso a risolversi in alcuni mesi.
  • Lesioni linfatiche: l’isolamento della giunzione safeno-femorale avviene in una zona ricca di vasi linfatici che possono essere facilmente lesionati soprattutto in caso di reintervento. Ciò può comportare la comparsa di edema linfatico dell’arto reversibile in 15-30 giorni con elastocompressione, o di linforrea inguinale o di linfocele che si manifesta come una massa duro-elastica a livello dell’inguine e che può essere trattato con successo mediante ago-aspirazione e medicazione compressiva.
  • Ematoma postoperatorio: avviene di solito lungo il decorso della vena asportata. Si previene in genere con una efficace compressione postchirurgica e si risolve comunque in breve tempo e non esita in alcun postumo.
  • Infezioni a livello delle ferite chirurgiche: rare se vengono rispettate le comuni regole dell’asepsi.
  • Trombosi venose profonde: rappresentano una complicanza rara che va prevenuta attuando le manovre di prevenzione (profilassi eparinica e/o mobilizzazione precoce) nei soggetti a rischio. La percentuale oscilla tra lo 0,1 e l’1 %.
  • Formazione di cicatrici pigmentate o di cheloidi: ciò è dovuto in parte alle caratteristiche individuali dei processi di cicatrizzazione e in parte al traumatismo dei bordi delle ferite chirurgiche.


La cura delle varici non si esaurisce con il solo intervento chirurgico dato che le varici sono una patologia cronica e che il tasso di recidiva è molto alto.

CHIRURGIA LASER

 

L’intervento più moderno per il trattamento delle varici prevede l’utilizzo di energia laser che viene trasmessa alle pareti della vena attraverso una fibra ottica inserita nel lume del vaso stesso. La vena da trattare viene punta con un ago cannula attraverso il quale si introduce un cateterino, che permette l’inserimento nel vaso di una fibra ottica.

Lo scopo della procedura è di far collassare la vena dall’interno utilizzando del calore. L'intervento si esegue in anestesia locale e sotto guida ecografica. Una volta all’interno del vaso, la sonda viene guidata sotto controllo ecografico e viene fatta avanzare lentamente in modo da ottenere la progressiva chiusura del vaso.

Per questo tipo di intervento è sufficiente praticare un’anestesia locale. Il trattamento è di tipo ambulatoriale (durata meno di mezz'ora) e quindi con dimissione che avviene in giornata. Tale procedura non lascia cicatrici nella zona trattata e le complicanze sono molto rare.