A seguito dell'infarto miocardico acuto, specie se molto esteso, si può determinare l'aneurisma del ventricolo sinistro, che consiste in una dilatazione della parete ventricolare che si espande e si assottiglia perdendo in capacità contrattile.
Le zone cardiache più frequentemente interessate sono l'apice e la parete anteriore del ventricolo sinistro.
Oggi, grazie alla terapia farmacologica, l'incidenza di deformazione aneurismatica è molto meno frequente. Circa il 8-15 % dei pazienti andrà incontro ad un certo grado di dilatazione ventricolare anche dopo infarti di piccole dimensioni e nonostante sia stata instaurata una terapia medica ritenuta ottimale.
Nei casi di aneurismi di estese dimensioni, visto anche l'elevato rischio di trombosi intra-ventricolare, la conseguente perdita di capacità espulsiva in seguito alla deformazione e l'aumento della cavità ventricolare, il paziente va incontro a scompenso cardiaco e può essere necessario l'intervento chirurgico.
La ricostruzione chirurgica del ventricolo sinistro è considerata una valida strategia terapeutica in pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa post-ischemica ed esteso rimodellamento del ventricolo sinistro.
Le tecniche più comunemente usate sono la chiusura “lineare diretta” e “il posizionamento di patch” (materiale sintetico utilizzato per chiudere il ventricolo stesso). Le procedure hanno lo scopo di escludere la cicatrice infartuale (area acinetica, ovvero zona che non si contrae), con riduzione del volume ventricolare.
Una tecnica all’avanguardia per la ricostruzione del ventricolo sinistro del cuore in pazienti colpiti da aneurisma post-infartuale è stata introdotta per la prima volta nel mondo dal Prof. Fabbrocini: la twist technique (“twist” come il ballo).
In condizioni fisiologiche, l’apice cardiaco effettua una torsione antioraria, in senso contrario rispetto al resto del cuore. La twist technique, rispetto alle procedure comunemente in uso, oltre al ripristino di una normale volumetria e geometria del ventricolo sinistro (attraverso questa tecnica si riesce a ridare la geometria tronco-conica al ventricolo sinistro), permette di ripristinare la torsione naturale antioraria dell'apice cardiaco, che diversamente viene persa se c'è l’apposizione di materiale protesico (patch) o se viene fatta una sutura lineare. Attraverso questa tecnica le pareti anteriore e laterale dell'apice sano del ventricolo sinistro vengono riorientate in modo da ricomporre l’apice cardiaco, restituendogli il movimento di torsione che aggiunge ulteriore efficacia all'attività contrattile del ventricolo sinistro. Dal 1996 al 2016, la twist technique è stata eseguita in 271 pazienti con risultati brillanti: infatti tale tecnica si è dimostrata efficace risultando una mortalità del 2.4% e la sopravvivenza a 13 anni nel 73% dei pazienti. Uno studio condotto recentemente dall'équipe del prof.Fabbrocini ha osservato come in quasi il 90 % dei pazienti operati a distanza di tempo ci sia un recupero della capacità contrattile del ventricolo sinistro stesso. Tale risultato è stato dimostrato attraverso esami ecocardiografici praticati ed immagini del cuore ottenute attraverso la Risonanza Magnetica effettuata a distanza di anni dall'intervento.